n.2 - dicembre 2003
 

PACE IN TERRA. QUALE?

Ormai due anni e tre mesi circa ci separano da quel terribile 11 settembre 2001 che ha tenuto gli occhi spaventati della gente di tutto il mondo incollati alla televisione mentre venivano trasmesse le terribili immagini dell’attentato. La guerra al terrorismo del Presidente americano George Bush, però, non è ancor finita: questa piaga, infatti, si diffonde sempre più nel mondo. Negli ultimi mesi l’Italia è stata sconvolta dall’attentato a Nassiriya dove sono deceduti diciannove carabinieri in missione di pace (tra loro c’erano anche due civili…). Ma chi c’è dietro questi spaventosi atti? Sono state indicati tra i criminali che hanno provocato la morte di migliaia di innocenti Saddam Hussein (fino a poco tempo fa dittatore irakeno costretto a scappare dal suo Paese dopo i bombardamenti americani contro di lui) e Osama Bin Laden (sceicco afgano che dopo mesi di ricerca è ancora introvabile!). Sarebbe troppo facile attribuire questi avvenimenti ai terroristi o a uomini politici che non sanno cos’è la pace. Alla base delle guerre del XX secolo può esserci la “globalizzazione”. Questa parola prende piede negli anni ’90, e vuole indicare gli effetti dell’accresciuta integrazione economica tra i Paesi. Per i detrattori è sinonimo di “capitalismo selvaggio”, opposto a “commercio solidale” e “sviluppo sostenibile”. E’ sorto anche un movimento detto “no global” che è intervenuto anche con violenza nei luoghi dove si sono riuniti i rappresentanti dei principali Paesi industrializzati. In Iraq un gruppo di fondamentalisti islamici si prefiggeva di colpire la modernità partendo dall’idea che i dominatori occidentali sono tali per opera delle “forze del male”. Quindi gli Islamici dicono di agire per estirpare il male dall’Occidente; in effetti in tutte le religioni vi sono stati dei fondamentalismi, cioè dei movimenti per applicazioni rigide delle regole religiose anche alla vita civile. Soprattutto in Iraq il fondamentalismo mussulmano è forte e vi sono molti sostenitori a favore di questa corrente. Sostengono che la guerra santa è necessaria per difendere e diffondere la religione islamica. E da questi pensieri nascono i kamikaze, i quali, con il loro sacrificio consentono alla guerra santa di fare vittime, siano essi donne, anziani, bambini o combattenti, non ha alcuna importanza. Ma qual è il motivo degli attentati? Molti sostengono che le ragioni principali siano:
• Gli USA in molte occasioni hanno aggredito gli altri Paesi perché hanno imposto o sostenuto regimi militari o dittatoriali durante il lungo periodo della Guerra Fredda.
• Le multinazionali hanno molte colpe per il basso livello di vita in varie zone del mondo. I modelli di vita americani (multireligiosi e consumistici) appaiono pericolosi e ingiusti per molti paesi islamici.
• L’appoggio del Stati Uniti (dove vivono molti Ebrei) a Israele è visto dagli Arabi come un’offesa.
• Per regimi comunisti, gli USA erano l’unico grande ostacolo alla conversione del mondo al sistema marxista e la vittoria economica americana brucia ancora a molti.
Ma allora come si può “uccidere” il terrorismo? Sarà davvero efficace la guerra ai sostenitori di questi spietati criminali? Oppure è solo un altro modo di mietere vittime innocenti?
Meno male, comunque, che in Italia la solidarietà è molto diffusa. In molti Paesi della nostra penisola, infatti, hanno organizzato collette e raccolte di cibo destinate alle vittime innocenti della guerra contro l’Iraq e l’Afghanistan. Per le vittime delle stragi arrivano aiuti anche dall’Unione Europea e da tutto il resto del mondo. Ma questo, sicuramente, non riuscirà a fermare le terribili stragi di sangue del terrorismo. In più a lacerare il nostro pianeta c’è il “conflitto senza fine” tra Ebrei e Palestinesi. LA pace regnerà mai nel mondo? Mentre noi ci arrovelliamo su questo quesito, sempre più persone nella Terra muoiono in guerre…
Probabilmente le continue guerre che dilaniano le nazioni più povere sono dovute principalmente alla fame, alla miseria ed all’ignoranza che purtroppo frena molte volte l’opera di alfabetizzazione che le nazioni più ricche programmano ed attuano per quei Paesi. Infatti con l’alfabetizzazione e la cultura si avrebbe modo di sviluppare sotto tutti i punti di vista quelle nazioni che oggi sono sotto la soglia della povertà; potrebbero vedere, mediante una cultura più specifica ed una formazione professionale un modo per risollevare le sorti economiche del proprio Paese.
Sono essenzialmente i Paesi del “sud” del mondo a soffrire di questa situazione, quali l’Africa, l’America Meridionale, ma soprattutto buona parte dell’Asia, che comprende l’Arabia Saudita, molto ricca di giacimenti petroliferi,l’Afghanistan e Israele, sconvolte da continue guerre di politica interna, guerre civili e religiose come Israele e la Palestina che da moltissimi anni combattono tra di loro.
Ma si può constatare che si è alla soglia del Natale e la guerra, il terrore, la fame infuriano ancora in buona parte delle regioni povere di cui si è parlato prima.
Questi fatti devono far riflettere sull’amore per la vita, per la pace e per far vivere la speranza in tutti noi, perché in un mondo dilaniato dalle guerre, non bisogna mai smettere di sperare che un giorno la pace torni a splendere e a diffondere il suo calore.

Alessandra e Francesca III A
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