n.3 - febbraio 2004
 

Incontro con uno studente degli anni cinquanta

Nell’ambito del Laboratorio Ambiente abbiamo avuto l’opportunità di incontrare uno studente degli anni ’50,che ha fatto anche il sindaco di Montegabbione il quale ci ha dato numerose informazioni sul comportamento e gli stili di vita della gente ma, soprattutto, dei ragazzi della nostra età in quegli anni. Sicuramente erano meno smaliziati e fortunati di noi. Per cominciare ci ha detto che tutte le comodità di oggi non c’erano,come ad esempio lo scuolabus o un efficiente riscaldamento come quello di oggi.
Andavano a scuola a piedi chiacchierando allegramente, ma prima di uscire di casa c’era la colazione, con la pasta riscaldata della sera precedente.
A scuola era sempre “aria di bacchettate” se non si teneva un comportamento adeguato. Gli insegnanti venivano “delegati” dai genitori a punire i propri figli se non eseguivano correttamente i loro compiti.
Il maestro o la maestra avevano l’ordine di educare al meglio gli scolari,visto che i loro genitori non avevano il tempo,stando tutto il giorno nei campi.
La colazione di metà mattina si portava da casa, perché non c’erano abbastanza soldi per comprarsela al bar, si trattava in genere di una fetta di pane inzuppata di vino e cosparsa di zucchero. Poi,tornati a casa, a pranzo si mangiava abbondantemente soltanto in occasioni particolari come,ad esempio,vendemmia,trebbiatura;altrimenti era d’obbligo zuppa,bruschetta e formaggio. Nel pomeriggio i ragazzi avevano il compito di portare al pascolo pecore e maiali. Al tramonto se ne tornavano ognuno alle proprie dimore riportando gli animali nelle stalle, che venivano controllati da un buco sul pavimento visto che nella maggior parte dei casi l’abitazione si sviluppava al piano superiore ed usufruiva del riscaldamento animale.
Gli uomini lavoravano duramente per conto terzi: spesso tra il contadino e il padrone non c’èra un buon rapporto e grandi discussioni coi contadini avvenivano al momento di fare i conti,cioè di riscuotere la paga, sempre inferiore al lavoro svolto.
Le case erano illuminate dalle “citilene a carburo”: una pietrina focaia, da cui si sprigionava un gas che per mezzo di una scintilla,bruciava e illuminava.
Una volta esaurito il carburo, i ragazzi lo usavano per fare i botti, lo mettevano sotto la terra e quando ci passava sopra una persona esso scoppiava,facendo prendere un bello spavento.
I bambini nel poco tempo libero e quando “ badavano” agli animali, potevano giocare all’aperto, correre nei prati, bere nei fontanili , luogo di incontro delle donne che andavano a lavare i panni o a prendere l’acqua con le brocche. Siccome i soldi erano molto pochi i giocattoli se li costruivano da soli, per questo ne avevano molto più cura di noi.
Ogni tanto i padri davano ai figli maggiori qualche soldo, raccomandandogli però di spenderli saggiamente. Anche in quel tempo
piaceva la cioccolata ma, costando parecchio, solo i più ricchi se la potevano permettere.
Le famiglie erano molto numerose, si dormiva in tanti sulla stessa camera,
su letti imbottiti di foglie secche di grano turco, che ad ogni piccolo movimento del corpo facevano rumore.
Ci siamo fatti così l’idea che gli studenti degli anni ’50 vivevano davvero male. Eppure , a dire dell’ex sindaco, erano più felici: forse perché erano meno “viziati” di noi.

Scuola media di Montegabbione

torna indietro