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Scuola e dintorni : La nostra fantastica gita a Torino: Reggia di Venaria
Inviato da MediaFabro il 19/4/2012 16:26:09 (1005 letture) News dello stesso autore

La reggia di Venaria di Siria C, Laura P., Filippo M., Aurora C.
Questo anno  il nostro istituto ha scelto come viaggio di istruzione la città di Torino. Il giorno 12 aprile alle 5:30  siamo partiti per recarci a Torino alla reggia di Venaria. Saliti nel pullman, abbiamo visto che partecipavano anche i nostri amici delle altre scuole e questo ci ha rallegrato. Verso le ore 13:00 siamo arrivati alla reggia ,dove ci aspettava la guida che ci avrebbe fatto visitare i giardini e l’interno.  Dopo aver pranzato, la nostra  guida ci ha portati a visitare i giardini che a causa della guerra sono stati distrutti e quindi nel 2007 insieme alla reggia sono stati ristrutturati da un artista di arte contemporanea di nome Penone. Prima della guerra, i giardini erano in stile italiano ma dopo essere passati di moda sono stati ricostruiti anche in stile francese. A Penone hanno chiesto di realizzare un’opera d’ arte in ogni riquadro.

L’ opera  che ci è piaciuta di più è stata la fontana in cui Penone ha realizzato la sua impronta digitale facendo dei fori, da dove usciva aria. Così ha trovato un  modo molto semplice per realizzare la sua impronta.
Direzione verso il centro della terraEcco alcune immagini :
Direzione verso il centro della terra
viale rosatoViale rosato
Dopo aver visitato l’esterno, la guida ci ha portato all’interno. Per cominciare ci ha fatto vedere le stanze della servitù che erano collocate nei sotterranei. Visitate queste stanze meno importanti siamo passati al piano superiore dove i Savoia  abitavano. I Savoia erano molto vanitosi, quindi avevano fatto costruire la galleria grande che serviva solo come corridoio, dove passavano i nobili per recarsi nelle stanze dedicate alle feste. Quando la guida ci ha detto che la galleria grande era solo un corridoio, io mi sono impressionata  di quanto fosse bella per essere un corridoio. Una parte che non dobbiamo tralasciare è la chiesa  dove i Savoia andavano a messa. La reggia ci è piaciuta molto e ci vorremmo tornare un’altra volta.
Probabilmente l'idea di creare una reggia a Venaria nacque da Carlo Emanuele II di Savoia dall'esempio del Castello di Mirafiori, luogo destinato alla moglie del duca Carlo Emanuele I, Caterina d'Asburgo situato nel quartiere che da quella reggia avrebbe poi preso proprio il nome Mirafiori. Carlo Emanuele II, volendo anch'egli creare una reggia che si legasse al proprio nome e a quello della consorte, Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, comprò i due piccoli villaggi di Altessano Superiore ed Inferiore dalla famiglia di origine milanese, che qui aveva dato vita a importanti piantagioni. Il luogo venne in seguito ribattezzato "la Venaria" perché destinato agli svaghi venatori. I lavori vennero progettati dal 1658 ed affidati agli architetti Amedeo di Castellamonte e Michelangelo Garove. L'opera si protrasse nel tempo fino almeno al 1675, quando il borgo di Venaria e il Palazzo erano già in buona parte completati. In ogni caso, i lavori non si fermarono e, anzi, continuarono col tempo: dopo che il 1º ottobre 1693 i francesi distrussero alcune costruzioni, Vittorio Amedeo II commissionò un ulteriore intervento sulla reggia che venne ristrutturata secondo i canoni francesi. Ulteriori danni vennero inflitti durante l'Assedio di Torino del 1706, quando i francesi di Louis d'Aubusson de la Feuillade vi presero dimora, danneggiando molte strutture destinate, in questo periodo, alla soldataglia: Vittorio Amedeo II, data la morte del Garove, affida il progetto a Filippo Juvarra. Anche nella dominazione napoleonica la Reggia subì serie trasformazioni, in particolare i giardini, distrutti per farne una piazza d'armi: l'intero complesso, infatti, venne trasformato in caserma e, con la Restaurazione, questa destinazione fu mantenuta. Il complesso si confermò pure come il centro nevralgico della Cavalleria sabauda, ospitando, tra l'altro, una scuola di equitazione militare di prestigio europeo (in seno alla quale maturarono innovativi metodi di equitazione, di combattimento, di affardellamento) e un allevamento di stalloni. Nel periodo che va dalla fine delle guerre napoleoniche fino al 1978 la Reggia fu utilizzata a fini militari causandone un progressivo degrado.

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