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Una finestra sul mondo : Chernobyl 21 anni dopo la catastrofe
Inviato da MediaMGabbione il 21/5/2007 18:39:50 (1555 letture) News dello stesso autore
Una finestra sul mondo

chernobyl

Nel 1986 la centrale di Chernobyl è saltata in aria accidentalmente per un errore umano. Questa  centrale è situata  in Ucraina a18 km a nord-ovest della città di Chernobyl e a 16 km dal confine con la Bielorussia. L'impianto era composto da quattro reattori, ognuno in grado di produrre moltissima energia elettrica (3.2 gigawatt)  i quattro reattori, insieme, producevano circa il 10% dell'elettricità ucraina. I reattori 5 e 6,  erano in fase di costruzione quando si verificò l'incidente.
Una caratteristica di questo reattori è quella di operare a positivo, cioè, con l'aumentare della temperatura, la reazione nucleare, aumenta.



Tale caratteristica è vietata nei reattori occidentali per motivi di sicurezza. Infatti se manca il liquido refrigerante, il reattore deve essere in grado di spegnersi autonomamente, senza interventi umani o di mezzi meccanici.
Lo scopo del reattore era la produzione di elettricità per uso civile e di plutonio ad uso militare. Per aumentare l'efficienza del sistema erano state adottate alcune soluzioni tecniche che ne diminuivano la sicurezza. Innanzitutto la scelta della grafite come moderatore.

L'incidente
L’incidente è avvenuto il 26 aprile 1986 alle ore 01:23:58  nel corso di una prova, definita  “di sicurezza,” in cui si voleva verificare se la turbina potesse continuare a produrre energia per inerzia anche quando il circuito di raffreddamento fosse stato incapace di produrre vapore così vennero disabilitati alcuni circuiti di emergenza, l'impianto di raffreddamento secondario e anche quello principale.


Le cause
Per le cause dell'incidente esistono due ipotesi: la prima  attribuiva  la responsabilità dell’accaduto agli operatori dell'impianto. La seconda, attribuiva l'incidente alle debolezze nel progetto del reattore,  in particolare alle barre di controllo. Gli operatori della centrale non erano a conoscenza dei problemi del reattore. Secondo uno di loro,  i progettisti sapevano che il reattore era pericoloso in certe condizioni, ma nascosero intenzionalmente tale informazione. In aggiunta il personale dell'impianto era composto per la maggior parte da operatori non qualificati per quel tipo di reattore, il direttore  aveva esperienza di impianti a carbone; anche il capo ingegnere, proveniva da impianti convenzionali  3 e 4 e aveva solo una limitata esperienza. Il disastro di Chernobyl fu tenuto nascosto almeno all’inizio. La notizia che un grave incidente nucleare era accaduto fu resa nota non da fonti sovietiche ma dalla Svezia dove il 27 aprile sugli indumenti di addetti della centrale nucleare di Forsmark furono rilevate particelle radioattive. Dopo avere constatato che nel loro impianto non c'erano perdite, gli svedesi ricercarono l'origine della radioattività giungendo alla conclusione che si dovesse essere verificato qualche problema di natura nucleare in Unione Sovietica.


Le conseguenze immediate
200 persone furono ricoverate immediatamente, di cui 31 morirono. Molti di loro erano pompieri e addetti che cercarono di mantenere l'incidente sotto controllo e che non erano stati informati di quanto pericolosa fosse l'esposizione diretta alle radiazioni. 135.000 abitanti furono evacuati dalla zona, inclusi tutti i 50.000 abitanti della vicina città.
La contaminazione provocata dall'incidente di Chernobyl non interessò solo le aree vicine alla centrale ma si diffuse irregolarmente secondo le condizioni atmosferiche. Durante l'esplosione del nocciolo morirono due lavoratori della centrale travolti dei detriti. Subito dopo l'incidente la principale preoccupazione derivò dalla presenza nell'area di iodio, un isotopo radioattivo. Ora le preoccupazioni si concentrano sulla contaminazione del suolo con stronzio-90 e cesio-137, che hanno un tempo di dimezzamento di circa 30 anni. I più alti valori di cesio-137 si trovano sugli strati superficiali del terreno,  e da qui vengono assorbiti da piante e funghi e quindi entrano nella catena alimentare locale. Test recenti hanno dimostrato che il livello di cesio-137 negli alberi continua a crescere. La principale fonte di eliminazione sarà il degrado naturale del cesio-137 nel più stabile bario-137, dato che la dispersione che avviene con le precipitazioni e le acque sotterranee è trascurabile.



Elia Di Maio e Simone Marchino II  E Montegabbione

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