Il Taijiquan

Data 24/3/2009 10:36:40 | Categoria: 

Il Taijiquan 



Visitare la Cina, è sempre stato per me un grande desiderio. Con la passione di Marco Polo avrei voluto conoscere, scoprire ed ammirare quello che un tempo veniva definito il Katai. L’occasione capitò con un gruppo di amici, anche loro appassionati del “paese di mezzo” nel 1992. Non sapevo ancora che quel viaggio avrebbe portato molto più che cartoline e fotografie. Quel viaggio avrebbe cambiato per sempre il mio destino. In quel viaggio ho scoperto con mia grande ammirazione il taijiquan. E’ novembre e sulla grande muraglia, il serpente di pietra che si staglia a perdita d’occhio per le colline circostanti, c’è la neve: uno spettacolo mozzafiato. Il sole invernale e la giornata tersa rendeva affascinante questo stupendo panorama.


 All’improvviso la mia attenzione, e quella del gruppo che mi accompagnava, è stata attratta da un cinese dall’età indefinibile (ma sicuramente molto in là con gli anni) che in un piccolo spazio innevato eseguiva con grazia ed agilità una serie infinita di movimenti. Riusciva a trasmettere un senso di calma e leggerezza. La curiosità mi spinse a chiedere alla nostra guida cosa fosse questa meraviglia nella meraviglia. Allora non capii bene la spiegazione ma il giorno dopo vidi altre persone che in gruppo praticavano questa disciplina con la spada e con il ventaglio. A centinaia si muovevano in sintonia come una marea che va e viene lentamente. In quel momento dentro di me è sbocciato un grande amore, una passione che mi ha estasiato. Mi sono promesso di tornare in Cina per poter apprendere quest’arte. Nel 1993 sul ricordo di quella marea di persone che si muovevano come erba mossa dal vento, ebbi la fortuna d’incontrare un Grande Maestro di taijiquan ed ho così appreso i primi rudimenti di questa complessa disciplina. Da subito ho compreso come il taiji combini in sè l’allenamento del corpo e dello spirito, dove è la mente e non la forza che dirige i movimenti. In pratica uno stravolgimento di tutto quello che ero stato. Un modo nuovo di vedere le cose. Il vuoto e il pieno, moto e immobilità, passivo ed attivo trovano la loro massima espressione in un corpo umano dell’energia yin e yang. La pratica costante di questa disciplina ha efficacia su molte patologie come insonnia, gastrite, pressione, asma, problemi cardiaci e di circolazione  cefalee e problemi articolari ma soprattutto nella prevenzione delle stesse. E dopo tempo ho capito ciò che quella guida, in Cina, provava a spiegarmi. Il taijiquan è l’arte di lunga vita.
La passione per questa arte, mi ha portato ad essere per diversi anni campione e vice campione italiano. Nel 1997 ho acquisito il brevetto da insegnante presso l’EWA (Accademia Europea Wushu Taiji). Questi risultati mi consentono, oggi, di poter insegnare questa antica disciplina del lontano oriente cercando di tramandare agli altri un po’ di quella sensazione di calma e leggerezza che quell’anziano cinese mi trasmise.
Mario Amori




La fonte di questa news è navigando@scuola
http://www.icao.it/navigando

L'indirizzo di questa news è:
http://www.icao.it/navigando/article.php?storyid=1035