Le anime della mummia

Data 2/4/2010 2:49:06 | Categoria: Scuola e dintorni

Noi, alunni e insegnanti, della scuola Primaria S. De Sanctis di Parrano, siamo andati al museo civico archeologico di Chianciano (SI) a vedere l’esposizione: “Tutte le anime della mummia, la vita oltre la morte ai tempi di Sety I”. Riteniamo questa eperienza interessante, avvincente e stimolante, per questo ne parliamo.
L’esposizione consta di due sezioni, una dedicata a ciò che gli Egiziani valutavano indispensabile alla vita oltre la morte, per far sì che il defunto avesse una vita eterna; una seconda parte ricostruisce l’interno della tomba del faraone Sety I (King Valley17), la cosiddetta tomba Belzoni, dal nome del suo scopritore.

Nella prima sezione, gli oggetti  esposti  raccontano gli elementi incorporei, che costituiscono la persona, da proteggere con cura nella tomba , perché il defunto abbia una vita eterna ( i reperti sono esposti in teche  riscaldate e deumidificate per ricreare l’ambiente dell’Egitto); infatti ogni egiziano doveva garantire immortalità agli “elementi” che lo costituivano: corpo, cuore, ombra e nome.
Il primo tema trattato nella mostra è la conservazione del corpo (Khat) del defunto, attraverso la mummificazione, infatti c’è una mummia , un sarcofago della defunta Nebtaui e quattro vasi canopi con coperchi che raffigurano i figli di Horo. Amuleti, scarabei e pettorali, numerosi in mostra, servivano a proteggere il cuore (ib), sede dell’intelletto, della memoria e della sfera morale ( il cuore è lasciato nel torace del defunto durante l’imbalsamazione e protetto da formule del Libro dei morti) . L’ombra (shut), che gli Egiziani consideravano il doppio immateriale di ogni forma; il nome (ren), che nasce con la persona e l’accompagna oltre la morte; il Ba elemento spirituale che corrisponde alla personalità di un individuo; il Ka , la forza vitale, che ha bisogno di ogni cosa pura “bella e buona e viva”, così come della mummia e della statua da abitare dopo la morte. L’Akh, raffigurato tramite il geroglifico dell’ibis crestato, nella mostra è visibile su un amuleto del cuore e indica uno stato di esistenza spirituale che l’individuo può raggiungere dopo la morte. Il defunto si trasfigura in Akh, solo dopo aver ricevuto i rituali e le offerte funerarie adeguati, oltre ad aver superato con successo tutte le prove e i pericoli del viaggio nell’aldilà. Se il defunto non raggiunge lo stato Akh, a causa di una pessima condotta durante la vita terrena, lo attende una seconda e definitiva morte, preceduta da pene e sofferenze .
Nella seconda sezione della mostra sono state riprodotti i due ambienti più importanti della sepoltura di Sety I: la camera a pilastri e la stanza del sarcofago (Nuovo Regno XIX dinastia, 1290-1279 a.C). Questi due ambienti sono stati realizzati utilizzando i disegni del Balzoni, ora conservati al  city museum and art gallery di Bristol.
Il centinaio di oggetti esposti  proveniene dal museo archeologico di Bologna, da quello di Firenze e dai musei Vaticani.
L’esposizione sarà aperta fino al 6 aprile 2010.
Il costo è 2 euro e 50cts.a persona, per gruppi di studenti e include la guida.
Tel. 0578 30471




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