Enea: dal mito greco a quello romano

Data 1/6/2007 19:25:35 | Categoria: Scuola e dintorni


viaggio enea italiaAfrodite ebbe il figlio Enea dal pastore Anchise, perché Zeus l’aveva punita, visto che lo snobbava, facendola innamorare di un comune mortale.  L’eroe virgiliano era destinato a diventare il capostipite del popolo romano. La dea come prima cosa lo affidò ad un gruppo di amorevoli Ninfe che lo tirarono su con carezze ed ambrosia. Poi quando raggiunse l’età scolare, lo mandò in città da un certo Alcatoo, perché provvedesse alla sua educazione. Fisicamente Enea era un bellissimo ragazzo  e non poteva essere altrimenti, avendo come madre la dea della bellezza. Tutti gli autori concordano nell’attribuirgli anche una grande saggezza e un valore pressoché pari a quello d’Ettore.


Eppure, all’inizio, non volle prendere parte al conflitto: si sentiva snobbato da Priamo, che nell’assegnazione dei posti di comando ad Enea preferiva i propri figli. Il primo scontro tra Enea ed Achille avvenne ben dopo 8 anni di guerra e fu quanto mai cruento: il figlio di Teti, che a tempo perso si dedicava al saccheggio dei dintorni di Troia, cacciò Enea dal monte Ida a colpi di lancia, si “fregò” le sue mandrie e distrusse le vicine città di Pedaso e Lirnesso. Enea in quell’occasione riuscì a porsi in salvo grazie ad un intervento da parte di Zeus che gli mise nelle gambe tali energie da renderlo più veloce del suo nemico. Si tenga presente che, in quanto figlio d’Afrodite, il nostro Enea era un “raccomandato di ferro”: mezzo Olimpo patteggiava per lui. In più casi Afrodite lo salvò, ad esempio, quando Enea si scontrò con Diomede, altrimenti il figlio ci avrebbe “rimesso le penne”, anche se pure Afrodite se la vide brutta, infatti, Diomede la ferì con la lancia all’estremità del braccio. La dea gemendo dal dolore lasciò Enea che stava di nuovo per essere raggiunto da Diomede. Enea fu aiutato anche da Apollo e da Poseidone. Insomma, gli dei lo amavano, e lui, Enea, li ricambiava  infatti era molto religioso e per questo i romani gli rifilarono il soprannome di “Pius”. Pensate che arrivati all’ultimo giorno di guerra, quando non restava che fuggire, la sua prima preoccupazione fu di salvare le statue dei Penati, gli dei protettori del focolare domestico; e solo in un secondo momento pensò al padre Anchise e al figlio Ascanio, tutto questo ce lo narra Ovidio nei suoi versi: 
Reggeva sulle spalle le sacre immagini dei numi, e un’altra sacra immagine: il padre, venerabile peso. Enea, fra tante ricchezze, scelse quel bene da salvare, nonché il suo Ascanio. (Ovidio, metamorfosi,XIII, 624-627)enea ascanio

E la moglie Creusa? Che Enea avesse abbandonato la moglie  al suo destino è stato sempre sottaciuto dai poeti. Da quanto molti studiosi hanno avuto modo di capire, Enea, prima di prendere il largo, avrebbe detto alla moglie che non riusciva a prenderla sulle spalle dato che già aveva suo padre, il figlio e i numi e quindi se la doveva cavare da sola. Purtroppo fece una brutta fine, per quanto corresse, fu inghiottita dalle fiamme, si presume che Enea sia tornato indietro a cercarla ma è tutto da vedere… Una diceria ci narra che il famosissimo Cavallo di Troia non sia mai esistito, infatti si dice che Enea in cambio della vita abbia consegnato agli Achei le chiavi di una delle porte della città di Troia chiamata per l’appunto Porta Cavallo a causa di un bassorilievo scolpito sull’arcata. Per il resto è tutto simile a quella tradizionale: l’irruzione degli Achei, il saccheggio della città, le stragi e l’incendio. Scappato da Troia, Enea “esce” dai confini della mitologia greca ed “entra” in quella romana. A fare da intermezzo tra una e l’altra mitologia c’è l’incontro con Didone che è forse la più celebre e commovente storia d’amore del periodo classico e per rendersene conto basta leggere il quarto libro dell’Eneide.
In poche parole la storia sarebbe questa: arrivato a Cartagine, Enea si invaghisce della regina Didone che a sua volta si innamora di lui. Tutto va per il meglio finchè l’eroe, sempre per ubbidire alla volontà degli Dei, decide di ripartire. Ed a nulla servono le implorazioni dell’amante. Vedendolo irremovibile la regina decide di uccidersi. A questo punto tutti si commuovono eccetto Dante che nella Divina Commedia la sprofonda nel cerchio dei peccatori carnali, con la scusa che non era rimasta fedele alla memoria del marito defunto. Dante lo dice così:
L’altra è colei che s’ancise amorosa,
e ruppe fedele al cener di Sicheo(…)
(Dante, Inferno, V, 61-62)
Scaricata Didone, Enea sbarca in Italia, a Cuma, dove incontra la Sibilla che lo invita a farsi un giretto per l’Oltretomba. Così può rincontrare il padre che gli predice un glorioso avvenire, a questo punto Anchise disse ad Enea che, in futuro, dalla loro stirpe, in Italia, nasceranno anime illustri. E giù una sfilza di nomi da Romolo all’Imperatore Augusto... 


Francesca Muccifora


Classe I E Scuola di Montegabbione





La fonte di questa news è navigando@scuola
http://www.icao.it/navigando

L'indirizzo di questa news è:
http://www.icao.it/navigando/article.php?storyid=541