La trebbiatura negli anni Sessanta

Data 28/2/2008 17:15:31 | Categoria: Letture e racconti

trebbiaturaDopo la mietitura, il grano tagliato si legava formando delle “gregne” e si portava con carri tirati da buoi e vacche sull’ aia. Si faceva una grande “meta” o “barcaia”. Poi veniva la trebbia, l’amministrazione del podere , dove stavo, aveva una macchina SAIMA 100, costruita a Piacenza. La trebbia veniva piazzata, e al suono della sirena si iniziava a trebbiare e tutti gli uomini si recavano ognuno al suo posto di lavoro. Alcuni andavano al paiaio, dove veniva raccolta la paglia. Altri alla meta, questi erano gli addetti a buttare su nella trebbia le gregne, altri al grano, cioè al punto della macchina da dove usciva il grano e infine alcuni al pulaio, dove finiva il rivestimento dei chicchi di grano, il posto in cui non voleva andare nessuno perchè pieno di polvere.

La trebbiatura si svolgeva nel pieno dell’estate e quando faceva tanto caldo e tanta polvere. Con tutto ciò, era una grande festa tra vicini e amici. Nelle aie più grandi, quando si raggiungevano i 100 quintali, c’era la sirena che faceva una lunga suonata, e si metteva la bandiera tricolore e arrivavano le donne con i dolci: ciambellone, biscotti, brioche, vinsanto, e “ghirichicchio”, un tipo di vino preparato per le grandi occasioni. In ogni podere alla fine della trebbiatura si suonava la sirena per annunciare al podere vicino che si avvicinava il suo turno  e poi si andava a mangiare, e che mangiate! Che in quei tempi non si facevano tutti i giorno. Negli ultimi anni però le campagne si andavano spopolando e così la trebbia veniva con due accessori moderni: la scaletta che portava le “gregne” nel battitore, e la “lanciapula” che serviva per portare la pula sul pulaio.Questi accessori sostituirono le persone addetti a questi lavori.


Buconi Giovanni (Nonni su Internet Ficulle)





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