Orientamento

Il nostro progetto di orientamento è stato realizzato tenendo conto:
1) L’analisi del contesto interno: è un’operazione che potrebbe richiedere tempi lunghi, presentare qualche difficoltà; per accedere a dati storici della scuola per un’approfondita conoscenza della realtà e per la quale non sempre è possibile adottare una metodologia di indagine che assicuri l’oggettività del trattamento dei dati.
2) La definizione degli obiettivi: è un passaggio metodologico particolarmente delicato che coinvolge direttamente il dirigente scolastico che ha, tra le altre, la responsabilità della scelta delle strategie di gestione dell’istituto.
3) La scelta degli strumenti (tecnologici, cartacei, eventi): si tratta di individuare quelli idonei al raggiungimento degli obiettivi ma la scelta dipende in larga misura dai fondi che l’istituto ha a disposizione e, quindi, dal piano economico annuale (es. un giornale interno, una bacheca, le newsletter).
4) I tempi di preparazione e di attuazione del piano: sono una variabile dipendente dall’intera organizzazione dell’istituto e solo per consuetudine potrebbero coincidere con l’anno scolastico. È più realistico affermare, invece, che nel momento in cui una scuola si misura con l’elaborazione di un piano si comunicazione, ha bisogno di tempi più lunghi da dedicare alle attività preliminari di analisi e di proposte. Una programmazione adeguata dei tempi, quindi, deve almeno proiettarsi su un biennio per il pieno raggiungimento dei risultati.
5) La valutazione: è forse il passaggio sul quale il personale della scuola ha maggiore esperienza e può utilizzare le competenze acquisite nel tempo nelle attività progettuali.
La mission dell’istituto è quello di diventare una “palestra educativa” che possa raccordare le attività educative e formative con quelle dell’imprenditoria. È importante per territori quali quelli in cui ricade l’IPAA di Fabro siano coinvolti e possano dare linfa vitale dalle attività svolte dagli studenti
L’approccio è quello della didattica per progetti per favorire lo sviluppo delle competenze e la costruzione della conoscenza degli studenti. Per operare un transfer efficace occorre che gli insegnanti siano significativamente attrezzati e abbiano riferimenti sostitutivi a quelli presenti nella didattica tradizionale a carattere trasmissivo
obiettivi
– PROMUOVERE IL POTENZIALE SOCIALE DELLE PERSONE ossia promuovere l’integrazione e l’inclusione sociale, coinvolgendo i diversi portatori d’interesse del territorio nei servizi alla Persona ed alla Comunità;
– SVILUPPARE IL PRINCIPIO DELLA SUSSIDIARIETÀ ossia promuovere l’auto organizzazione dei cittadini.
Lezione frontale
Nell’ottica della più moderna didattica sono utilizzati strumenti di intervento più flessibili tali da rispondere alle differenze individuali nei ritmi di apprendimento da parte dei discenti. La proposta formativa si poggia su curricoli centrati sul discente più che sul contenuto disciplinare apre ad una più attenta considerazione sui processi di apprendimento, intesi soprattutto come modalità di autocontrollo e di auto-valutazione delle prestazioni. L’insegnamento di strategie rigide ed indifferenziate ( della didattica tradizionale o di vecchio stampo) si scontra con la varietà di stili di apprendimento presenti nel gruppo-classe
Le lezioni frontali danno maggiore risalto o valore all’aspetto metacognitivo della didattica disciplinare che pone attenzione allo sviluppo di processi ( cognitivi ma anche socio-affettivi ) che favoriscono la riflessione critica, individuale e collettiva sui processi stessi. La modularità permette di fare scelte continue nella progettazione e nella programmazione dei curricoli, in particolare nei punti di snodo e di collegamento, sia all’interno del singolo modulo, sia tra moduli diversi. Queste scelte devono poter essere gestite consapevolmente sia dall’insegnante che dal docente. Un modulo rappresenta un’opportunità di apprendimento personale, anche nel senso che attraverso il completamento del modulo lo studente dovrebbe acquisire non solo un pacchetto di conoscenze e competenze ben identificate, ma anche un progressivo affinamento consapevole del suo profilo individuale di persona che sta imparando. Dunque un sistema di apprendimento personalizzato trasversale ai moduli stessi destinato ad accompagnare la persona al di là dell’esperienza scolastica “.
Attività laboratoriale
La didattica laboratoriale è una strategia di insegnamento e di apprendimento nella quale lo studente si appropria della conoscenza nel contesto del suo utilizzo. Questo in contrasto con la didattica convenzionale in cui la conoscenza viene proposta agli studenti in isolamento da ogni suo utilizzo e per le sue caratteristiche generali. Essa tende a superare due tra le cause principali di un apprendimento superficiale, riproduttivo e che genera un transfer limitato delle conoscenze all’interno e all’esterno della scuola: la separazione dei momenti di costruzione e di utilizzo della conoscenza e la natura decontestualizzata del sapere.
Attività in campo o outdoor
L’educazione outdoor intesa come l’educazione esperienziale che può essere adeguata ad una pluralità di età e contesti.
Una experiential learning che consente di lavorare un team building. L’approccio dell’educazione esperienziale outdoor si rivela fortemente significativo e adeguato per gli educatori, perché i metodi che si applicano trovano nel lavoro su di se in prospettiva pedagogica quella portata potenzialmente rivoluzionaria di cui sono vettori.
Visite in azienda
L’obiettivo di avvicinare gli studenti ad una concreta realtà di lavoro, valorizzando l’esperienza lavorativa come mezzo per favorire lo sviluppo personale, sociale e professionale dei giovani.