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Anno II - n.2 - marzo 2005
 
L'11 settembre della natura

Qualcuno lo ha definito l’undici settembre della natura, in quei secondi del ventisei dicembre lo Tsunami ha fatto più vittime di quanto ne faccia il terrorismo. Sbalorditi di fronte a tanto orrore, i grandi della Terra hanno dimenticato divisioni politiche e religiose, si sono seduti allo stesso tavolo per decidere insieme come combattere questo mostro senza neppure un volto, ma che pure è stato così devastante da cambiare per sempre il destino del pianeta.
Centinaia di villaggi non esistono più, il profilo del continente asiatico è mutato e il bilancio dei morti calcolato finora è di oltre centocinquantamila e rischia addirittura di raddoppiarsi a causa delle epidemie. Sono state fortunate quelle genti che stavano intorno ad una bambina che si era insospettita del ritirarsi del mare e subito ha capito che erano i “sintomi” di un maremoto perchè poco tempo prima lo aveva studiato a scuola fortunatamente le hanno creduto e sono scappati salvandosi così la vita.
Sono pochi i corpi degli animali ritrovati morti e si tratta soprattutto di animali domestici. Gli animali selvatici, grazie al loro istinto, sono riusciti a salvarsi, allontanandosi dalle vicinanze della spiaggia.
Credo che se gli addetti al controllo dei sismografi americani avessero avvertito prima le autorità dei paesi del sud est asiatico del terremoto avvenuto nell’Oceano Indiano e di un possibile maremoto, non ci sarebbero state tante vittime.
E invece lo Tsunami ha mietuto più vittime del terrorismo.

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