Gli extraterrestri
hanno un cuore
Erano
appena scoccate le dieci di mattina, quando ricevetti una strana telefonata.
Mi affrettai verso il telefono e immediatamente alzai la cornetta.
Dissi: “Pronto?”. Ma dall’altra parte una strana vocina
mi rispose con parole stranissime: “Zasku-bascu-tiu?”. Io
pensai che fosse uno scherzo, così attaccai.
Ma il giorno seguente ebbi la prova che non era uno scherzo: verso l’ora
di pranzo suonò il campanello della porta, andai ad aprire, ma
non mi trovai di fronte un essere umano, bensì un extraterrestre.
L’essere era molto strano: aveva un corpicino lungo e sottile,
lunghe orecchie ed una faccetta un po’ paonazza. Si chiamava Bunkuten.
Io ero rimasto stupito, ma mi ripresi subito dopo che l’essere
mi chiese: “Zasku-mancu-bul?”.
Io non riuscivo a capire nulla e subito dissi: “Mi dispiace, ma
non riesco a comprendere niente!!”.
L’extraterrestre, dunque, prese dalla tasca un piccolo marchingegno,
selezionò “ITALIANO” e di nuovo mi disse: “E’
il signor Torrente?”. Io, naturalmente risposi di sì.
Bunkuten allora mi rispose: “Salve, sono venuto qua perché
mi è stato segnalato dai miei superiori che in questa casa vive
la solitudine, per cui mi hanno spedito da lei per tenerle compagnia”.
Io risposi: “Ma come, io vivo benissimo anche da solo, se è
per questo!”. L’extraterrestre replicò dicendomi
che non è facile vivere da soli, perché ognuno di noi
è destinato a vivere in compagnia, o almeno questo è quello
che accade nel suo pianeta.
Da noi sulla Terra però non e così, pensai. Tuttavia io
fui veramente contento di avere Bunkuten in casa, perché da allora
capii che per me la compagnia e l’amicizia equivalevano alla vita.
Alessandro Muzi
Scuola Media Ficulle Classe II C
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