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Anno II - n.3 - giugno 2005
 
Gli extraterrestri hanno un cuore

DAMIANO NERI - pirografo e pennarelliErano appena scoccate le dieci di mattina, quando ricevetti una strana telefonata.
Mi affrettai verso il telefono e immediatamente alzai la cornetta.
Dissi: “Pronto?”. Ma dall’altra parte una strana vocina mi rispose con parole stranissime: “Zasku-bascu-tiu?”. Io pensai che fosse uno scherzo, così attaccai.
Ma il giorno seguente ebbi la prova che non era uno scherzo: verso l’ora di pranzo suonò il campanello della porta, andai ad aprire, ma non mi trovai di fronte un essere umano, bensì un extraterrestre.
L’essere era molto strano: aveva un corpicino lungo e sottile, lunghe orecchie ed una faccetta un po’ paonazza. Si chiamava Bunkuten. Io ero rimasto stupito, ma mi ripresi subito dopo che l’essere mi chiese: “Zasku-mancu-bul?”.
Io non riuscivo a capire nulla e subito dissi: “Mi dispiace, ma non riesco a comprendere niente!!”.
L’extraterrestre, dunque, prese dalla tasca un piccolo marchingegno, selezionò “ITALIANO” e di nuovo mi disse: “E’ il signor Torrente?”. Io, naturalmente risposi di sì.
Bunkuten allora mi rispose: “Salve, sono venuto qua perché mi è stato segnalato dai miei superiori che in questa casa vive la solitudine, per cui mi hanno spedito da lei per tenerle compagnia”.
Io risposi: “Ma come, io vivo benissimo anche da solo, se è per questo!”. L’extraterrestre replicò dicendomi che non è facile vivere da soli, perché ognuno di noi è destinato a vivere in compagnia, o almeno questo è quello che accade nel suo pianeta.
Da noi sulla Terra però non e così, pensai. Tuttavia io fui veramente contento di avere Bunkuten in casa, perché da allora capii che per me la compagnia e l’amicizia equivalevano alla vita.

Alessandro Muzi
Scuola Media Ficulle Classe II C

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