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Anno II - n.3 - giugno 2005
 
Il rapimento di Giuliana Sgrena

MARIA VITTORIA UMENA - tecniche varieDopo soltanto quattro mesi dalla liberazione di Simona Torretta e Simona Pari in Irak, è ritornato l’incubo del sequestro per una giornalista italiana, inviata del "Manifesto”, a Bagdad per realizzare alcuni reportages sulla guerra in corso da più di un anno. Si tratta di Giuliana Sgrena, che da molto tempo si occupava di questioni legate alle situazioni femminili del mondo arabo.
Nonostante gli appelli del Governo italiano a rispettare le condizioni di sicurezza, la giornalista è stata rapita in un quartiere a rischio per gli occidentali, in cui essa si era recata insieme ad un interprete e all'autista.
Dopo alcuni giorni di assoluto silenzio, i rapitori hanno trasmesso un videomessaggio in cui la giornalista chiede aiuto per la sua liberazione ponendo come condizione il ritiro delle truppe italiane dall'Irak.
L’opinione pubblica italiana, come in altre occasioni, si è mobilita in un grande corteo della pace con oltre 100.000 persone, a Roma il Governo italiano ha avviato le trattativeper la sua liberazione chiedendo di rispettare il massimo silenzio per non compromettere tutto con fughe di notizie.
Finalmente, dopo lunghe trattative, il 4 Marzo Giuliana Sgrena viene liberata e consegnata ai niostri servizi segreti.
La felicità per la sua liberazione poco dopo si è trasformata però in incredulità, stupore e rabbia; mano a mano che arrivano flash di agenzia in cui si parlava di un attacco americano con sparatoria a pochi metri dall’aeroporto con il ferimento della giornalista e l’uccisione di un agente del Sismi, Nicola Calipari.
Tutta l’Italia di fronte a questa incredibile vicenda si è chiesta il perché: è mai possibile liberare un ostaggio dai terroristi e poi finire bersaglio per errore del “fuoco amico” di qualche soldato americano dal grilletto facile?
Intanto emergevano altri particolari sulla dinamica dell’incidente e si è appreso che la giornalista si è salvata grazie al funzionario che le ha fatto scudo con il suo corpo.
Al rientro in Italia la salma di Calipari è stata accolta dalle massime autorità dello Stato con in testa il Presidente della Repubblica: ha comunicato che il funzionario riceverà la medaglia d’oro al valore.
Dopo due mesi e mezzo dall’uccisione di Calipari le due Commissioni americana e italiana hanno concluso l’inchiesta.
La commissione americana ha dichiarato che le procedure di "ingaggio" dei loro soldati sono stati seguiti “alla lettera” e pertanto non si riscontra colpevolezza negli stessi soldati.
La commissione italiana è arrivata ad altre conclusioni, che non coincidono con quelle americane. È tuttora in corso in Italia l’esame sulla macchina in cui ha trovato la morte Nicola Calpari. Era prevedibile che le due commissioni non avrebbero raggiunto un’unica soluzione.

LUCIA BARBANERA E CHIARA CAMMARDELLA Scuola Media Fabro Scalo classe II A

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